Sulle pagine del Bilancio Sociale abbiamo cercato di ripercorrere questo inconsueto anno e, soprattutto, il percorso dei volontari e del Terzo Settore nel 2020. Il volontariato ha reagito, prima di tutto con resilienza, facendo cioè fronte in maniera positiva all’urto della pandemia, riorganizzandosi, riplasmandosi. Non soltanto è rimasto in piedi, ma è riuscito a trovare nuove sorgenti motivazionali mettendo in campo la creatività della solidarietà per farsi comunque prossimo attraverso nuove modalità. Col passare dei mesi ha imparato a sviluppare l’antifragilità, ha saputo cioè trarre beneficio dai fattori di stress, dall’incertezza, dalla variabilità, non come somma di singole personalità, ma come sistema. Ed ha dimostrato, prima di tutto a sé stesso e poi alla collettività, di essere smart, agile, di avere capacità e velocità di adeguamento e di risposta agli stimoli esterni, di essere sentinella attenta, con straordinarie doti di adattamento, di problem solving e di rapido apprendimento. Non ultimo, il volontariato è risultato smart in quanto brillante, capace, cioè, di generare un arcobaleno nuovo nelle nostre comunità minacciate, trovando il modo di abbracciare l’altro senza toccarlo, ma arrivando dritto al suo cuore.